Casa dei Carri – Museo del Corpus Domini
Il Museo del Corpus Domini o Casa dei Carri (delle Rocce), si trovano nella vecchia casa delle rocce, que risale al XV secolo (1435) e in un edificio vicino recentemente restaurato per raccogliere il museo.
Questa casa situata al centro del quartiere del Carmen, raccoglie gli elementi che si utilizzavano durante le sfilate a cavallo e le processioni del Corpus Domini, celebrato a Valencia sin dal XIV secolo, e materiale audiovisivo interattivo della festa che è stata dichiarata Bene d’Interesse Culturale nel 2010.
Per molti secoli è stata la principale festa della città, la festa grossa, tenutasi per la prima volta nel 1355.
Ricca di simboli e rappresentazioni del mistero della vita, è una festa religiosa e propria del popolo valenziano. Ad oggi, i festeggiamenti si tengono l’ottava domenica successiva alla domenica di Pasqua.
I carri triunfali (“rocas” in spagnolo) presentano figure allegoriche di un alto valore artistico e storico, di carattere sacro e profano che rappresentano i misteri tipici della festa del Corpus Domini de Valencia
La maggior parte sono custoditi nella Casa dei Carri, dove si espongono le undici Rocce, che sono in ordine cronologico:
San Michele (1528)
La Diablera (1542)
La Fede (1542)
La Purissima Concezione(1542)
San Vicente Ferrer (1665)
La Santissima Trinità (1674)
Valencia (1855)
La Fama (1899)
Il Patriarca San Juan de Ribera (1961)
La Madre di Dio degli Abbandonati (1995)
Il Santo Calice (2001)
Anche si vedono qua le vistose allegorie bibliche e laiche del Corpus come le aquile, simboli di San Giovanni evangelista e del legame con la Chiesa di Roma, l’arca dell’alleanza, i giganti e nani, che sono le rappresentazioni di tutte quelle parti del mondo a cui il messaggio eucaristico doveva arrivare.
La lotta contro il male è raffigurata in un solo bestiario sotto la forma di allegorie agiografiche come la “cucafera” (la grande tartaruga) di Santa Margherita, la “Tarasca” di Santa Marta, il Drago di San Giorgio, eccetera.
Parte della festa è anche la Cabalgada del invito, conosciuta dal 1516, era un invito che i giurati della città facevano recapitare, tramite il cappellano dei carri, alle autorità e al popolo per farli assistere alla solenne processione del Corpus Domini.
Le danze e i misteri, come quello del re Erode, inscenato con la comparsa del gruppo della degolla (“gli sgozzati”), que termina con la popolare “La banyà” (“il bagno”). Le danze sono l’elemento più popolare del Convite.
Tra questa risale la Moma, una rappresentazione della virtù che vince sui sette peccati capitali, e poi la processione che è caratterizzata dalla chiara presenza di personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamenti che avevano lo scopo pedagogico di diffondere e consolidare la dottrina cattolica tra il popolo.
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